
La criminalità negli Stati Uniti è un fenomeno complesso e variegato, che ha portato nel corso degli anni all’adozione di leggi specifiche e all’organizzazione di maxi processi per affrontare le sfide poste dalla criminalità organizzata e dai reati gravi.
Le legislazioni americane hanno cercato di rispondere a un panorama criminale in continua evoluzione, con misure che vanno dalla legge RICO ai movimenti per l’inasprimento delle pene.
Questo articolo esplorerà l’evoluzione della criminalità in America, le leggi adottate per combatterla e i maxi processi che hanno caratterizzato la giustizia penale del paese.
L’evoluzione della criminalità organizzata
Negli anni ’70, gli Stati Uniti hanno visto un aumento significativo della criminalità organizzata, in particolare da parte di gruppi mafiosi.
In risposta a questa crescente minaccia, nel 1970 è stata introdotta la Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act (RICO).
Questa legge ha permesso alle autorità di perseguire non solo i membri attivi di organizzazioni criminali, ma anche coloro che ne erano semplicemente associati.

La legge RICO ha introdotto la responsabilità oggettiva, consentendo di accusare una persona per i reati commessi da altri membri dell’associazione.
Sebbene sia stata criticata per potenziali violazioni dei diritti civili, ha avuto un impatto significativo nella lotta contro la mafia e altri gruppi organizzati.
Maxi processi e casi celebri
I maxi processi sono diventati uno strumento fondamentale nel sistema giudiziario americano per affrontare la criminalità organizzata.
Un esempio emblematico è il processo contro John Gotti, noto boss della mafia italo-americana, che negli anni ’90 fu condannato per omicidio e crimine organizzato.
Gotti era riuscito a sfuggire alla giustizia per anni grazie a corruzione e intimidazioni, ma il suo arresto e successivo processo segnarono un punto di svolta nella lotta contro la mafia.
Un altro caso noto è quello di Silvia Baraldini, condannata sotto la legge RICO per associazione sovversiva. Sebbene non avesse direttamente commesso reati violenti, la sua appartenenza a un gruppo considerato rivoluzionario le costò vent’anni di carcere.
Questi casi hanno messo in luce le tensioni tra la necessità di combattere la criminalità organizzata e il rispetto dei diritti individuali.
Leggi anticrimine e il movimento “Three Strikes”
Negli anni ’90, gli Stati Uniti hanno assistito a un ulteriore inasprimento delle leggi contro la criminalità, culminando nel movimento noto come “Three Strikes and You’re Out”.
Questo principio stabilisce che una persona condannata per tre reati gravi può essere condannata all’ergastolo o a pene molto severe.
La legge ha avuto origine nello stato di Washington nel 1993 e si è rapidamente diffusa in altri stati, come California e Florida.
Sebbene queste leggi siano state concepite per ridurre il tasso di recidiva tra i criminali abituali, hanno suscitato preoccupazioni riguardo alla sovraffollamento carcerario e alla giustizia equa.
Critiche alle leggi punitive
Le leggi punitive come quelle del movimento “Three Strikes” sono state oggetto di ampie critiche.
Molti sostenitori dei diritti civili affermano che queste misure colpiscono in modo sproporzionato le comunità minoritarie e impoverite.
Inoltre, l’inasprimento delle pene non ha necessariamente portato a una diminuzione della criminalità; al contrario, ha contribuito al sovraffollamento delle carceri americane.
Le riforme sono diventate necessarie per affrontare questi problemi sistemici.
Riforme recenti nel sistema giudiziario
Negli ultimi anni, ci sono stati tentativi significativi di riformare il sistema giudiziario americano. Alcuni stati hanno abolito il sistema della cauzione per i reati non violenti, permettendo ai trasgressori a basso rischio di essere rilasciati in attesa del processo senza dover pagare una cauzione.
Inoltre, il New Jersey ha implementato un algoritmo per valutare il rischio di recidiva degli imputati prima di decidere sulla custodia cautelare. Queste riforme mirano a rendere il sistema più equo ed efficiente.

Salvatore Riela è un giornalista e fondatore di Oltremare Magazine, noto per la sua passione per il giornalismo d’inchiesta. Si impegna a fornire notizie accurate e approfondite, illuminando le “terre dimenticate” e promuovendo una comprensione più profonda delle relazioni internazionali. La sua missione è quella di informare ed educare i lettori, sottolineando l’importanza di un’informazione etica e responsabile.